L’avvocato d’affari: il professionista legale diventa partner strategico

È l’avvocato che guida il cliente nel miglior percorso giuridico-amministrativo per raggiungere l’obiettivo e il buon esito dell’affare nel minor tempo possibile, evitando i contenziosi.

Sempre più spesso le imprese che operano sul territorio o con il territorio tendono a rifuggire il rischio di contenziosi il cui esito non può mai darsi per scontato anche a fronte di buone ragioni: arrivare a processo significa spesso mettere a repentaglio ogni iniziativa, in primis per il fattore tempo, con il risultato di spingere “fuori mercato” le attività economiche, persino quelle con buone opportunità di sviluppo.

È proprio in tali circostanze che l’avvocato d’affari diventa figura professionale strategica per il cliente: l’avvocato, infatti, interviene a monte, direttamente nella scelta del miglior iter normativo e amministrativo da seguire evitando la stasi del procedimento e senza dover aspettare i tempi di un verdetto della giustizia amministrativa che rende meno appetibile ogni iniziativa.

L’avvocato d’affari è il professionista legale che si distingue per:

  • l’approccio problem solving: ottenere risultati nel rispetto delle norme e nel minor tempo possibile
  • la vasta conoscenza del procedimento amministrativo e dell’intero iter della sua formazione
  • la capacità di gestire la complessità di tutti i rapporti con la pubblica amministrazione

L’avvocato amministrativista è in grado fare squadra non solo con altri avvocati specialisti ma anche con altre professionalità come ingegneri, architetti, project manager, fiscalisti, commercialisti, secondo un approccio multidisciplinare.

 

Il necessario ritorno degli Avogadori

Per potersi muovere efficacemente all’interno del giusto procedimento occorre saper individuare il giusto modulo procedimentale e il tipo di richiesta: è il compito dell’“Avvocato amministrativista d’affari”.

L’avvocato amministrativista va individuato prima di intraprendere un’iniziativa imprenditoriale in modo che l’accesso alle aule giudiziarie diventi extrema ratio e non approccio ordinario ai problemi.

Non vi è nulla di nuovo, basta ritornare al Cinquecento veneziano quando gli Avvocati si distinguevano in Avogadori e Causidici*.  I primi erano i tecnici del diritto (oggi avvocati d’affari) che svolgevano il ruolo d’interpreti dell’attuazione della legislazione in un panorama normativo che si era fatto complesso come quello odierno.  Gli Avogadori avevano il compito di formulare pareri ed indicare la via giuridicamente più idonea per intraprendere ogni iniziativa. I Causidici erano processualisti con il compito di portare in giudizio l’attività dei primi (anche con l’affiancamento in aula degli stessi Avogadori).

Nel suo scritto “Di aula in aula – sessant’anni di toga”, Ivone Cacciavillani descrive una delle sue numerosissime esperienze di attività procedimentale-stragiudiziale come attività da avvocato d’affari “fermo che si tratta di prestazione d’Avvocato per l’approfondita conoscenza della tecnica legislativa che presuppone; certo, non di avvocatura di contestazione [litigator come si usa definire oggi] ma di fattiva collaborazione”.

È un lavoro di consulenza, assistenza e guida nell’ambito del procedimento come è stato ben definito da Alessandro Veronese in “Scritti in onore di Ivone Cacciavillani”, ove si legge: “…l’inaudita complessità delle disposizioni di qualsiasi rango, che accompagna la nostra esistenza professionale, impone sempre più che l’Avvocato non sia solo protagonista del processo, ma sia, prima ancora, artefice del giusto procedimento. Senza nulla sottrarre alle altre nobilissime professioni, parimenti necessarie, l’Avvocato d’oggi -in particolare l’Avvocato amministrativista d’oggi- deve appropriarsi della funzione di regista del procedimento, per consigliare al proprio cliente il miglior percorso procedimentale; poi deve accompagnarlo lungo tutta la strada del procedimento, sovente irta di ostacoli, specie quando si applicano nuove norme”.

È infine importante sottolineare che risulterebbe riduttivo definire l’Avvocato amministrativista d’affari come colui che non si occupa di difesa tecnica in giudizio.

L’Avvocato d’affari, infatti, è colui che consiglia il miglior percorso procedimentale al proprio cliente e lo affianca nel procedimento, per evitare ch’esso sfoci in un contenzioso, portando a buon esito l’affare (che sia l’ottenimento di un’autorizzazione o altro). Ove ciò non accada, l’Avvocato amministrativista d’affari avrà “condotto” il procedimento in modo tale da consentire maggiori margini di vittoria (giammai assicurandone l’esito) nell’ambito del non scongiurato giudizio.

 

Avvocato Simonetta Rottin

 

 

I. Cacciavillani, "Note minime sul quarantennale - Dall'Avvocatura all'Avogaria" pubblicate su www.amministrativistiveneti.it